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Dal '68 agli Anni di Piombo: Un Viaggio nella Storia

Dal '68 agli Anni di Piombo: Un Viaggio nella Storia

Archivio Storico dell'Incontro con il Prof. Saccoman

Evento Concluso

Rivivi un Momento dell'Evento

Punti Chiave dell'Incontro

  • Protagonismo giovanile
    Tra gli anni '60 e '70 irrompe una gioventù consapevole e critica, ardente di trasformare la società attraverso una partecipazione concreta e collettiva.
  • Movimenti e cultura come arma
    Dalle proteste studentesche scaturisce una contestazione globale contro autorità, guerra e modelli sociali dominanti. L'arte in tutte le sue forme, specialmente musica e moda, diventa simbolo di identità e opposizione.
  • Politicizzazione, radicalizzazione e repressione
    L'impegno politico si intensifica, sfociando, però, anche nell'estremismo e nella violenza. La repressione statale e le difficoltà interne ai movimenti conducono a una crisi profonda e al riflusso nel privato.
  • Utopie, simboli e contraddizioni del Sessantotto
    Slogan, creatività e sogni rivoluzionari animano il Sessantotto, ma si insidiano anche il rischio del fanatismo ideologico e la difficoltà di concretizzare il cambiamento auspicato.

Leggi il resoconto dettagliato dell'evento

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A seguito dell'incontro con il professor Saccoman, desideriamo aprire uno spazio di riflessione attorno a una delle questioni più sottili emerse nel dialogo: il rapporto tra coscienza collettiva e felicità, tra l'io e il noi.

Negli anni Sessanta, la felicità non era intesa come conquista individuale, ma come parte di un destino comune. Essere felici significava riconoscersi dentro una rete di relazioni, partecipare a un orizzonte collettivo. "La mia felicità non può prescindere da quella degli altri" era più di un principio morale, era una forma di consapevolezza, un modo di abitare il mondo. Oggi, quella visione sembra essersi incrinata. La felicità tende a ritirarsi nella sfera privata, come se il legame con l'altro non fosse più necessario, o addirittura temuto.

Ci chiediamo allora quale senso possa avere, oggi, parlare di felicità collettiva. Perché ci sembra così arduo immaginare un benessere che non si esaurisca nel singolo? Che cosa è andato perduto, e cosa resta ancora vivo di quell'idea di comunità che un tempo sembrava così naturale? Possiamo ancora pensare la felicità come un fatto condiviso, capace di tenerci insieme?

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Modalità della discussione: il Cerchio

La discussione si svolgerà con la tecnica dei cerchi, ispirata al metodo del fishbowl o "discussione a cerchi concentrici".

Si comincerà con un cerchio interno, composto da un numero ristretto di partecipanti che prenderanno la parola a turno, seguendo uno stesso filo di ragionamento avviato da alcuni spunti iniziali. Gli altri resteranno nel cerchio esterno, in ascolto. Dopo un tempo stabilito, chi è nel cerchio interno lascerà il posto ad altri, così da permettere un ricambio e il coinvolgimento di tutti.

In una seconda fase, si formeranno piccoli gruppi liberi: ciascuno potrà scegliere con chi confrontarsi per approfondire in modo più diretto le questioni che ritiene più significative.

Iscriviti al Dibattito

Un viaggio tra protagonismo giovanile, cultura collettiva e limiti del Sessantotto. Partecipa al confronto su cosa resta oggi di quella stagione.

Posti disponibili: 12